Quando il passato insegna: scuole, musei e istituzioni insieme per coltivare la memoria

In un tempo in cui tutto corre veloce e il presente ci travolge, riscoprire il passato diventa un gesto rivoluzionario. Non per restare ancorati a ciò che è stato, ma per riconoscere ciò che siamo. La memoria non è solo ricordo: è voce, radice, direzione. È ciò che ci permette di costruire un futuro con consapevolezza.

Lo dimostra con forza l’esperienza vissuta a Modica, dove la collaborazione tra la Scuola Santa Marta Ciaceri, il Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari “Serafino Amabile Guastella e l’Amministrazione comunale ha dato vita a un progetto che è molto più di un evento: è un atto di identità condivisa.

La scuola: un ponte tra generazioni

Quando a raccontare la storia sono i bambini, accade qualcosa di straordinario. I piccoli studenti della scuola primaria e secondaria sono diventati narratori del nostro patrimonio, indossando abiti tradizionali siciliani, recitando, spiegando, emozionando. Accompagnati da insegnanti appassionate e famiglie coinvolte, hanno trasformato il sapere in esperienza, la lezione in partecipazione.

La scuola, in questo contesto, non è solo un luogo di apprendimento: è un ponte tra passato e futuro, tra chi ricorda e chi impara. È attraverso la loro voce che oggetti dimenticati e mestieri antichi hanno ritrovato luce e significato. È in questo modo che la cultura smette di essere teoria per diventare parte viva dell’identità.

Il museo: uno spazio che vive e parla

Un museo può essere molto più di un’esposizione. Può diventare uno spazio dinamico, aperto, partecipato. Il Palazzo dei Mercedari, con le sue ricostruzioni di abitazioni rurali e botteghe artigiane, è diventato il palcoscenico perfetto per far rivivere la tradizione. Ma è stata l’energia degli studenti, la loro curiosità e il loro entusiasmo, a renderlo vivo.

Il merito va anche alla Dottoressa Grazia Dormiente, Direttrice onoraria del sito, che con dedizione continua a valorizzare un patrimonio troppo spesso dimenticato. I musei locali, se sostenuti e animati da progetti inclusivi, possono diventare strumenti potenti per rafforzare il senso di appartenenza, costruendo comunità attive e consapevoli.

Le istituzioni: custodi della memoria collettiva

Iniziative come questa non nascono per caso. Richiedono visione, collaborazione e impegno. La presenza della Sindaca di Modica, Maria Monisteri, non è stata solo formale: è stato un gesto concreto di vicinanza e sostegno. Quando le istituzioni credono nella cultura come valore fondante, allora è possibile costruire percorsi autentici e duraturi.

Le politiche culturali locali giocano un ruolo essenziale nella tutela della memoria. Non si tratta solo di conservare il passato, ma di farlo parlare, di renderlo accessibile e significativo per tutti, a partire dalle nuove generazioni.

Conclusione: memoria come seme di futuro

Custodire il passato significa dare valore al futuro. Questo museo non è solo un luogo di memoria, ma un ponte tra generazioni, un testimone vivo della nostra identità. la memoria non è guardare indietro, ma coltivare le radici per crescere con più forza. È un atto civico, educativo, culturale. Esperienze come quella di Modica ci ricordano che la tradizione non appartiene al passato, ma a chi sceglie di portarla nel presente con amore e responsabilità.

Che sia questa la strada da seguire: scuola, musei e istituzioni insieme, per fare della memoria un bene comune, vivo e fertile.

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