Sedici autobus elettrici per rendere Catania un po’ più “green”

Rendere Catania più “green”. A cominciare dai trasporti pubblici. Con questo obiettivo il Comune di Catania ha pubblicato due bandi di gara per l’acquisto di sedici veicoli per il trasporto pubblico ad alimentazione green – otto bus di lunghezza 11,80/12,50 metri e altri otto di misura inferiore 7,75/9,50 metri – per un impegno di spesa complessivo di 7,26 milioni di euro oltre iva. Autobus al 100% elettrici e a zero emissioni.

«Abbiamo siglato un’importante convenzione con la Amt per accelerare l’iter di spesa dei fondi messi a disposizione da Pon Metro per gli interventi inerenti alla mobilità previsti dall’Asse 2 “Sostenibilità dei servizi pubblici e della mobilità urbana” – spiega l’assessore alle politiche comunitarie Sergio Parisi. E nello specifico, per l’acquisto di autobus elettrici, per cui è già partito il bando».

L’Amt, dunque, si fa carico di tutto il processo che porterà a spendere questi fondi in tempi rapidi. Ma c’è di più. Sul tavolo dell’amministrazione comunale anche il bike sharing e il car sharing, la pista ciclabile, gli itinerari protetti per i bus e l’adeguamento dei nodi di interscambio modale per la nuova rete di linee BRT, oltre a quella numero 1 di cui stanno partendo i lavori di adeguamento.

«La programmazione del Pon Metro l’abbiamo ereditata dall’amministrazione precedente – chiarisce Parisi – adesso cominceremo a ragionare guardando al futuro, implementando la collaborazione con Amt e pensando a nuove iniziative legate alla mobilità. Nella logica del recovery found e delle somme del Pon Metro, stiamo lavorando per farci trovare pronti per la transizione green, che riguarda tanti aspetti legati all’energia».

«Stiamo valutando – continua l’assessore Parisi – tante iniziative che si stanno portando avanti in Italia e l’ipotesi di potenziare la nostra direzione e le strutture del comune – oltre alle partnership – per intercettare al meglio le risorse e lavorare sull’efficientamento energetico. Che dà risultati non solo per l’aspetto ecologico, ma anche per il bilancio. Siamo in dissesto e dunque la mission è spendere al meglio questi soldi e portare avanti iniziative che ci permettono anche di risparmiare sulla spesa corrente del Comune».

L’obiettivo è, quindi, sfruttare al meglio le risorse che arriveranno, entro le scadenze che verranno date per i fondi europei. «Abbiamo iniziato un percorso, e quello degli autobus elettrici è un grande passo che ci fa pensare che siamo sulla buona strada. Ci vorranno circa sei mesi per costruirli e presumo che l’anno prossimo saremo già nelle condizioni di vederli in strada».

Pon Metro che ruolo ha in tutto questo?

«Pon Metro ha il ruolo principale, è un sistema molto preciso che si occupa di vari ambiti. Oltre alla mobilitazione, infatti, attraverso i fondi del Pon Metro siamo riusciti a riprogrammare alcuni fondi per l’inclusione sociale per riqualificare tre impianti sportivi: il campo scuola di Picanello, il campo da calcio di Nesima, l’unico regolamentare dopo il Cibali, e il PalaCatania, che negli ultimi sette anni ha avuto non pochi problemi.

Pensiamo che lo sport sia l’ambito che più di tutti favorisce l’inclusione sociale e il recupero del territorio», chiarisce Sergio Parisi, che ringrazia il direttore Fabio Finocchiaro e a tutto lo staff per il grande lavoro di sinergia che sta permettendo di spendere i fondi per riqualificare beni che sono patrimonio sportivo della nostra città.

«Reputo il Pon Metro il migliore strumento che abbiamo a disposizione, come città metropolitana, per spendere questi fondi nell’interesse dei cittadini. Dalla mobilità alla transizione green, dagli impianti sportivi all’inclusione sociale, fino ai servizi sociali. Temi importanti che il Pon Metro racchiude con regole rigide che stiamo rispettando. Grazie a questi fondi e alla stretta collaborazione con l’agenzia per la coesione territoriale stiamo riqualificando anche l’ex mercato ittico, di fronte al porto, in cui vorremmo spostare alcuni uffici del Comune e promuovere una serie di iniziative legate proprio all’inclusione sociale, come gli incubatori di idee. È un posto meraviglioso, ricco di storia e ubicato in un luogo centrale ma facilmente raggiungibile anche da chi viene da fuori città».

 

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