Certe serate hanno il potere, forse anche la magia, di catapultarti in epoche, ambienti e scenari differenti da quelli che, normalmente, si è abituati a vivere.
Ecco perché, facendo correre la fantasia, alle centinaia di fan presenti ieri sera al Teatro Antico di Taormina sarà probabilmente capitato di pensare di trovarsi da qualche parte nel South West degli Stati Uniti, chissà se a San Francisco, Los Angeles o San Diego. E, credendo di mangiare un mission – style burrito affacciati sul Pacifico, assistere a un concerto senza tempo, espressione di quella commistione tra rock e folk che ha caratterizzato molte delle sfumature sonore degli anni Settanta.
Sul palco siciliano, affacciato sullo Ionio e non sull’oceano, gli America di Gerry Beckley e Dewey Bunnel che hanno condiviso col pubblico le loro Golden Hits. Cinquant’anni di musica segnati, come dicevamo, dalla gradevole contaminazione del pop con il folk – rock.
Un riassunto, condensato nell’ora e mezza abbondante di esibizione, condito dal contagioso entusiasmo dei musicisti; oltre al duo “base” Beckley – Bunnel, straordinaria e galvanizzante è stata la prestazione del chitarrista statunitense Steve Fekete che ha ripetutamente “infervorato”, talvolta coi suoi assoli e certe altre con dei riff, i presenti.
Nel corso della serata, durante la quale non sono mancati i ringraziamenti alla generosa partecipazione e al calore del pubblico siciliano, Beckley e Bunnel hanno più volte voluto ricordare la loro presenza, correva l’anno 1982, al Festival di Sanremo. Nell’edizione in cui la conduzione venne affidata a Claudio Cecchetto, e in cui vinse la canzone Storie di tutti i giorni di Riccardo Fogli, il gruppo californiano si esibì col brano Survival. La presenza alla kermesse ligure diede una spinta, che Beckley ha definito “unbelievable”, alla vendita dell’album Alibi che raggiunse, di lì a poco, le prime posizioni delle classifiche.
Immancabili, naturalmente, i riferimenti alle storiche collaborazioni artistiche, con altrettanti tributi, ai Beatles e ai Pink Floyd. Particolarmente coinvolgenti le esecuzioni di alcuni pezzi “cavalli di battaglia” della band; Ventura Highway, racconto “di strada” di quella California tanto cara alla band, A Horse with No Name, primo singolo in assoluto della formazione della West Coast, col pubblico che ha intonato il celebre “lalalalala” e il romanticismo di I Need You hanno continuato, nonostante “l’età”, a emozionare e trascinare gli appassionati. Una serata gradevole che ha reso omaggio a cinque decenni di musica destinati a continuare la propria rincorsa al futuro…