Si è tenuto presso l’Arnas “Garibaldi” di Catania, il workshop “Managing the Infectious disease Emergency of the Migrants”, rivolto ai 70 delegati delle nazioni che concorrono all’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il gruppo ha inizialmente assistito alle manovre di recupero e di messa in sicurezza del migrante tramite delle simulazioni avvenute al Porto di Catania direttamente sulla nave per poi, nel pomeriggio, approfondire i temi del Progetto “Diagnosi in banchina” all’interno della gremitissima Sala “Dusmet” del nosocomio catanese.
Il fenomeno crescente degli eventi migratori in entrata – ha detto Giorgio Santonocito aprendo l’incontro – ha comportato inevitabili conseguenze sul piano sanitario. Di conseguenza la tempistica della diagnosi delle malattie infettive assume una rilevanza fondamentale. Occorre quindi muoversi fin dal momento dello sbarco, tramite l’immediato intervento del personale medico e infermieristico sulla banchina del porto”.
Sulla stessa posizione anche l’intervento del dott. Sergio Pintaudi, il quale sottolinea l’importanza del gioco di squadra.
“Questa giornata – ha commentato Sergio Pintaudi, direttore del dipartimento di emergenza dell’Arnas Garibaldi e Referente per il Biocontenimento e la Sicurezza Sanitaria Regionale – è stata la testimonianza di un grande lavoro di squadra, di tutte quelle forze che compongono il cosiddetto ‘Sistema Paese’. Un doveroso plauso e ringraziamento a tutti gli operatori dell’Ospedale Garibaldi, ai volontari della CRI, ai medici dell’USMAF-SASN, alle forze dell’Ordine, alla Marina Militare, alla Guardia Costiera, all’Aeronautica Militare, ai funzionari della Prevenzione del Ministero della Salute e dell’Assessorato regionale della Salute e a tutti coloro che a vario titolo hanno creduto e credono in questo progetto”.
Gli ottimi risultati ottenuti dall’esperienza dell’azienda ospedaliera “Garibaldi”sono stati ripresi nel proprio intervento anche da Andrey Dadoo, esperto di epidemiologia dell’OMS.
“I dati che ci sono stati oggi mostrati – ha sottolineato il medico – sono rari e di grande supporto per cercare di dare la giusta dimensione agli eventi patologici, senza creare particolari allarmismi. Dal punti di vista sanitario non dobbiamo vedere i migranti come una minaccia, ma come una opportunità per far crescere i nostri sistemi”.
Un grande risultato per la Sanità siciliana che, di fatto, esporta un “modello di sicurezza e di assistenza” per l’accoglienza dei migranti.
“La Regione Sicilia ha dato prova di grande capacità gestionale e di organizzazione logistica – ha affermato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – ma anche tecnico-scientifica visti, ad esempio, i notevoli progressi nell’uso della diagnostica molecolare adottata a Catania, dove abbiamo di recente inaugurato il nuovo canale sanitario aeroportuale, che ci ha permesso di completare l’assetto nazionale per l’emergenza e il bio-contenimento, con il terzo aeroporto sanitario del Paese, dopo Fiumicino e Malpensa, che mette ora l’intero sistema in sicurezza”.
Di grande rilievo inoltre il contributo di Santino Severoni, coordinatore del programma OMS/Europa sulla migrazione e la salute, pronto a ribadire la necessità di promuovere la condivisione di conoscenze e know-how per migliorare la ricerca esistente e incoraggiare il dialogo politico tra i paesi che affrontano sfide simili.
Sono intervenuti all’incontro anche Claudio Pulvirenti, direttore USMAF-SASN Sicilia del Ministero della Salute, Francesco Bongiorno, Ufficio di Gabinetto dell’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, Nunzio Martello, Ammiraglio della Marina Militare Italiana, Natale Ceccarelli, direttore Inf. Principale Pratica di Mare dell’Aeronautica Militare Italiana, Bruno Cacopardo, direttore U.O. Malattie Infettive del P.O. Garibaldi-Nesima e Diana Cinà, direttore U.O. Patologia Clinica del P.O. Garibaldi-Centro.